Perché bisogna promuovere le vaccinazioni dell'infanzia
Le vaccinazioni rappresentano il mezzo più efficace e vantaggioso per la prevenzione delle malattie infettive. L'introduzione nell'organismo di virus o batteri inattivati o uccisi o parti di essi opportunamente modificate, determina la formazione di anticorpi in grado di proteggerci, anche a distanza di anni, da una determinata malattia.
Le risorse finanziarie che la Società deve impiegare per l’elevata morbilità(cure mediche, ricoveri ospedalieri, handicap secondari) e, a volte, la mortalità che la malattia può comportare, rispetto ai costi complessivi del vaccino cioè il rapporto costi/benefici, dimostra quanto, anche in termini di politica sanitaria, sia efficace questa pratica di prevenzione di massa.
Come è accaduto per gli antibiotici, la scoperta dei vaccini, come strumento di prevenzione delle malattie infettive e la loro adozione da parte dei Governi come misura di Sanità pubblica, ha salvato un grande numero di vite e ridotto gli importanti esiti a distanza spesso collegati alla patologia di base.
Prima dell’uso esteso dei vaccini, si registravano in Italia ogni anno circa 3.000 casi di poliomielite e 12.000 casi di difterite, circa 700 casi di tetano, circa 60.000 casi di morbillo e 30.000 di pertosse.
L’obiettivo primario di ogni campagna vaccinale è quello di vaccinare il più possibile per salvaguardare la salute del singolo e ridurre così nella popolazione la circolazione della malattia prevenuta dal vaccino. Infatti ogni caso di malattia non evitata è responsabile di un certo numero di infezioni secondarie, cioè di nuovi contagi, che dipendono dal grado di infettività del microrganismo in causa. Per il morbillo e la pertosse, malattie molto contagiose, questo numero, definito come R0, è uguale a 15 cioè ogni caso nuovo di malattia è responsabile, in modo diretto ed indiretto, di ben 15 nuovi casi nella popolazione. È indispensabile, quindi, ridurre ad un minimo determinato i suscettibili alla malattia estendendo la vaccinazione il più possibile cioè aumentando la copertura vaccinale. Per il morbillo e la pertosse, ad esempio, una copertura del 95% garantirebbe prima il controllo della malattia e poi l’eradicazione cioè la scomparsa dell’agente patogeno. Sarebbero in ultima analisi protetti anche quel 5% di soggetti suscettibili, cioè non vaccinati. Questo aspetto della dinamica delle vaccinazioni è definito immunità di gruppo(herd immunity, immunità di gregge).
Un cenno è d’uopo sulla sicurezza dei vaccini.
La sicurezza dei vaccini è elevata e garantita dalla costante attività di sorveglianza dei possibili eventi avversi e dagli studi di sicurezza che vengono effettuati sia prima dell’autorizzazione che dopo l’immissione in commercio di ogni vaccino. L’appuntamento vaccinale deve comportare, comunque, la richiesta preliminare di notizie anamnestiche utili a rispettare le norme di sicurezza previste e la presenza dello stato di buona salute. A tale proposito, infatti, le linee guida pediatriche non prevedono la visita prevaccinale.
Tutti, quindi, possono ricevere le vaccinazioni, essendo le vere controindicazioni all’uso dei vaccini limitate ai casi in cui si adoperi un vaccino costituito da virus vivi attenuati(MPR, varicella, rotavirus) e che riguardano i soggetti immunocompromessi, i portatori di patologie neurologiche gravi e le donne in stato di gravidanza. A questo proposito anche la grave reazione allergica all’uso precedente di un vaccino, la cui responsabilità è da ascrivere agli eccipienti presenti e non alla parte attiva del vaccino, richiede una attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio e l’eventuale somministrazione in ambiente protetto. Molti genitori sono anche preoccupati dal timore di possibili effetti collaterali successivi alla somministrazione del vaccino. A parte le lievi reazioni locali che fanno seguito alle iniezioni intramuscolari e che si risolvono in pochi giorni, può insorgere febbre e disturbi generali di poco conto che segnalano la risposta immunitaria dell’organismo.
L’importanza delle vaccinazioni nella prevenzione delle malattie, il loro ruolo prioritario nel controllo della salute pubblica, i significativi traguardi raggiunti quali l’eradicazione mondiale del vaiolo ed, in epoca più recente, la scomparsa della poliomielite dai paesi dell’Europa occidentale, non ci devono fare abbassare la guardia. E’ necessario mantenere elevata la copertura vaccinale nei confronti delle vecchie vaccinazioni, le cosiddette obbligatorie, ed aumentare quella verso i nuovi vaccini perché quanto più si vaccina tanto più si riduce la circolazione dell’agente infettante e la possibilità che si ammalino i soggetti non vaccinati.
La scuola pediatrica ha da sempre speso grandi risorse di studio e ricerca nell’affermare la piena validità e sicurezza raggiunta dalle vaccinazioni e si oppone e si opporrà sempre a smentire quanti, piccoli gruppi di opinione o “sapienti” singoli medici, impiegano il tempo a scoraggiane il loro ausilio sulla base di notizie senza basi scientifiche che gli opinion leaders puntualmente smentiscono.
Pubblicato sul n. 4 Luglio-Agosto 2013 del bimestrale di informazione locale del Comprensorio di Capo Vaticano "RicadInforma"(www.ricadinforma.it).