Morbillo: in Italia commissione per la sua eliminazione, negli Usa picco di casi
Eliminazione completa di rosolia e morbillo. Questo l'obiettivo su cui dovrà vigilare la commissione
nazionale per la verifica dell'eliminazione di rosolia e morbillo, istituita
dal ministero della Salute sulla base delle indicazioni date dall'ufficio regionale
europeo dell'Oms (Organizzazione mondiale della sanità). La nuova commissione
avrà il compito di definire e revisionare un piano di azione per documentare e
verificare l'eliminazione di morbillo e rosolia in Italia, raccogliere e
analizzare i dati e le informazioni necessarie per attestare i progressi verso
l'eliminazione di queste due malattie e preparare una relazione annuale per il
Ministro della salute, che la invierà alla Commissione regionale europea di
verifica. Nel nostro Paese, dove è stato approvato nel 2011 un Piano nazionale
2010-2015 per l'eradicazione di queste due patologie, stando ai dati di
Epicentro, il portale dell'Istituto Superiore di Sanità dedicato
all'epidemiologia per la sanità pubblica, sono ancora 1047 i casi di morbillo
segnalati dall'inizio del 2014, con una maggiore incidenza in Piemonte e
Liguria. Nell'85,5% dei casi chi ha contratto la malattia non era vaccinato.
Nel frattempo negli Stati Uniti i casi di morbillo hanno raggiunto il picco
degli ultimi vent'anni, e questo considerando unicamente le segnalazioni
avvenute dal primo gennaio al 23 maggio: sono state 288 secondo un report
emesso dai Centers for disease control and prevention (Cdc), in cui si
raccomanda ai cittadini di vaccinarsi. Secondo l'istituto federale, che studia
e controlla la diffusione di malattie epidemiche per conto del governo
americano, l'aumento dei casi di morbillo deriva principalmente da persone non
vaccinate che hanno contratto la malattia all'estero: si tratterebbe del 97%
dei casi. Nove su dieci dei contagiati hanno dichiarato di non essere
vaccinati; tra questi, l'85% ha addotto la mancata vaccinazione a ragioni
personali, filosofiche o religiose. «L'aumento registrato» conferma Anne
Schuchat, direttrice del National center for immunizations and respiratory
diseases dei Cdc «è principalmente dovuto a cittadini statunitensi tornati dopo
un soggiorno all'estero, che hanno diffuso il virus in comunità dove un gran
numero di persone non si erano vaccinate. Molti dei focolai registrati negli
Stati Uniti hanno avuto origine dalle Filippine, dove l'ottobre scorso si era
verificata un'ampia epidemia di morbillo». Gli esperti fanno notare che la
malattia, oltre a essere estremamente contagiosa, non è affatto innocua come
molti ritengono e può comportare gravi complicanze, come polmonite e diarrea,
che colpiscono circa il 30% dei contagiati; inoltre, un bambino su mille si
ammala di encefalite. Anche se in molti Paesi sono attivi programmi di
vaccinazione, il morbillo è ancora diffuso in molte parti del mondo, infetta
ogni anno venti milioni di persone ed è causa di 122.000 decessi. Eppure il
morbillo può essere facilmente prevenuto da un vaccino che ha fornito prove
schiaccianti di efficacia e sicurezza: gli stessi Cdc raccomandano di vaccinare
sistematicamente i bambini dall'età di dodici mesi e, in generale, rivolgono un
appello a vaccinarsi agli adulti che ancora non l'hanno già fatto.
Da Doctor 33