Le controindicazioni vere e false all'allattamento al seno
Gli indubbi vantaggi di salute che un allattamento naturale esclusivo e duraturo offre ad ogni bambino e i vantaggi secondari che comporta per le madri, vengono troppo spesso vanificati per l’abbandono dell’allattamento fondato, il più delle volte, su motivazioni che non sono validate da dati scientifici condivisi. Questa breve rassegna vuole fare chiarezza specificando le vere e poche condizioni che giustificano la rinuncia o l’interruzione dell’allattamento al seno e precisare le cause, non scientificamente motivate, che sono molto più numerose, di sospensione dell’allattamento.
Poche patologie rappresentano una controindicazione assoluta all’allattamento materno. Esse sono:
- Lattanti con “galattosemia”, un raro errore congenito del metabolismo(nella fenilchetonuria e nella malattia delle urine a sciroppo d’acero, l’allattamento è consentito solo parzialmente).
- Lattanti nati da madri positive per infezione da HTLV I e II(Human T-Lymphotropic Virus) chiamato anche Human T-cell Leukemia Virus ossia virus della leucemia a cellule T dell’uomo, che sono virus oncogeni responsabili di alcune forme di leucemia-linfomi nelle regioni equatoriali(tipo I) e della leucemia a cellule capellute che può colpire i tossicodipendenti in alcune regioni mediterranee(tipo II).
- I nati da madre con AIDS(nei Paesi in via di sviluppo l’allattamento materno è consentito perché non è disponibile un sostituto alternativo al latte di donna).
Una interruzione temporanea dell’allattamento è, invece, indicata nelle seguenti condizioni:
- Infezione, clinicamente attiva, da Herpes simplex del capezzolo e dell’areola. In questo caso il lattante non deve essere attaccato dal lato affetto, finché la lesione non guarisce. Il lattante può nutrirsi dall’altro seno facendo attenzione a non avere contatto con le lesioni attive(coprendo il seno affetto durante la suzione dal lato sano).
- Infezione da Herpes zoster come sopra(si devono applicare analoghe raccomandazioni).
- Varicella materna(contratta da cinque giorni prima a due giorni dopo il parto), che può essere trasmessa al neonato in forma grave. La madre deve essere isolata fino alla comparsa delle croste ed al neonato deve essere iniziata terapia con Ig standard o specifiche. Il latte può essere raccolto con tiralatte e somministrato al bambino.
- Tubercolosi attiva materna non trattata. La madre deve iniziare subito il trattamento e deve essere isolata dal bambino fino a quando non sia riconosciuta non contagiosa. Il latte può essere raccolto e dato al bambino. Il lattante deve ricevere analogo trattamento antitubercolare.
- Se la madre riceve un trattamento con isotopi radioattivi, l’allattamento deve essere interrotto per un tempo corrispondente a cinque emivite dell’isotopo usato.
- Esiste un elenco di farmaci, periodicamente aggiornato, che se ricevuti dalla madre che allatta impongono la sospensione temporanea dell’allattamento fino a quando la terapia viene interrotta ed il farmaco eliminato dall’organismo materno(antitumorali, alcuni chemioterapici ed antibiotici controindicati nel bambino). Il latte deve essere spremuto ed eliminato fino a quando persiste la condizione responsabile dell’interruzione.
Sono false controindicazioni:
- I nati da madri HBsAg positive(positive cioè all’antigene di superficie dell’Epatite B)che devono ricevere, subito dopo la nascita, le Ig specifiche e la vaccinazione antiepatite, quelle affette da Epatite C e Citomegalovirus(CMV).
- Madri con febbre(a meno che siano affette da una di quelle condizioni che controindicano l’allattamento permanentemente o temporaneamente).
- Madri con mastite(lo svuotamento del seno affetto è parte del trattamento) e non esistono prove che i lattanti che succhiano da un seno con mastite siano infettati.
- I bambini affetti da allergia o malattia da reflusso gastroesofageo possono allattare e non hanno bisogno di formule speciali.
- La maggior parte dei farmaci assunti dalla madre che allatta non comportano la sospensione dell’allattamento se sono farmaci somministrabili anche al bambino ma, soprattutto, perché la quantità del principio attivo che viene secreta nel latte è minima e, pertanto, innocua.
- L’anestesia per un intervento odontoiatrico.
- La ricomparsa delle mestruazioni.
- Lo stato di gravidanza.