La gestione della febbre nel bambino

20.09.2013 09:42

 

La febbre rappresenta il problema di salute di gran lunga più frequente responsabile di consultazione del Pediatra da parte dei genitori e, nello stesso tempo, il sintomo che preoccupa di più i genitori. Questo avviene perchè la febbre nel bambino insorge, nella maggior parte dei casi, in forma acuta, è un segno di infezione ed è ritenuta, nell'immaginario collettivo, un evento pericoloso per lo stato di salute. Infatti, se da un lato è ancora vivo il ricordo, specie nei più anziani, delle malattie febbrili di una volta che mietevano molte vittime nelle fasce più deboli come i vecchi e i bambini, dall'altro l'evento febbrile è associato, nella fantasia popolare, a condizioni gravi come la meningite. D'altra parte, una non corretta gestione del bambino febbrile da parte del Pediatra, un ritardo nella diagnosi e nel trattamento della causa della febbre può, come vedremo, esporre il bambino al rischio di una patologia grave.

La febbre rappresenta, nella maggior parte dei casi, la risposta difensiva del nostro organismo a microrganismi patogeni riconosciuti come estranei dalle nostre difese naturali. E' stato inoltre dimostrato che l'aumento della temperatura corporea contrasta la replicazione virale. Per questi motivi è utile "convivere" con la febbre e provvedere ad abbassarla solo quando è elevata o disturbante per il malato. Solo in casi particolari, come in presenza di pregresse convulsioni febbrili, si dovrà operare un controllo più attento della temperatura.

In genere le malattie febbrili del bambino sono legate ad episodi intercorrenti di patologie banali, quasi sempre stagionali, come le malattie respiratorie da raffreddamento, l'influenza, le gastroenteriti. Queste sono legate quasi sempre a patologia virale e necessitano solo di una terapia di supporto e sintomatica perchè gli antibiotici sono ovviamente inutili. Il riposo, l'idratazione e l'eventuale utilizzo dell'antipiretico sono i rimedi sufficienti a garantire la completa guarigione. Anche l'inappetenza che si presenta in queste condizioni, deve essere rispettata dai genitori perchè attuata dal bambino per far fronte al superamento dell'infezione: una volta passata la febbre, nel periodo della convalescenza, il piccolo ritornerà a mangiare spontaneamente. L'instaurarsi di complicanze quali l'otite, la rinosinusite, la broncopolmonite, se trattate prontamente, si risolvono sempre senza problemi.

Alcune volte la febbre pone al Pediatra la necessità di ricorrere ad una attenta diagnosi differenziale perchè insorge senza segni di localizzazione, è elevata e colpisce un bambino sotto i 3 anni. La prima cosa da fare è quella di saper distinguere correttamente la situazione di un bambino a basso rischio dalla possibilità di trovarsi davanti un bambino con una infezione batterica severa(SBI). Un primo criterio è stabilito dall'età e dall'entità della febbre, nel senso che un lattante con febbre elevata di età inferiore ai 3 mesi, specie se in condizioni generali compromesse, va ritenuto a rischio ed ospedalizzato. In questi casi l'esecuzione della conta leucocitaria, dello stick delle urine e della PCR sarà preliminare ad una eventuale emocoltura e puntura lombare per l'esatta valutazione diagnostica. La presenza di polipnea indirizzerà l'attenzione sull'apparato respiratorio e giustificherà l'esecuzione di un Rx del torace. Nel bambino febbrile non compromesso ed in quello con febbre elevata oltre i 3 mesi di vita, viceversa, un controllo clinico nelle successive 24 ore rappresenta un atto di ammirevole prudenza. Nel bambino più grande, infine, è sempre consigliabile un contatto telefonico programmato.

 

Pubblicato sul n. 2 Marzo-Aprile 2013 del bimestrale di infomazione locale del Comprensorio di Capo Vaticano "RicadInforma"(www.ricadinforma.it).