La displasia congenita dell'anca

27.09.2012 09:04

 

Tale patologia, meglio definita displasia di sviluppo dell'anca(Developmental Dysplasia of the Hip, DDH), si riscontra con una prevalenza variabile, nelle diverse popolazioni. In Calabria il Servizio di ecografia dell'anca, titolate dott. P. Novellino, del reparto di neonatologia di Catanzaro, ha calcolato una prevalenza di 3,5 casi ogni 1000 nati vivi.

Si distinguono 2 forme di DDH, la forma disembriogenetica, detta lussazione teratologica, che si sviluppa in utero prima della 11.ma settimana di gestazione e può associarsi a disturbi neuromuscolari come la spina bifida e l'artrogriposi, e la lussazione tipica in cui alla nascita l'anca non è lussata, ma lussabile(anca instabile). In questa forma, più frequente, per una particolare accentuata iperlassita' legamentosa dell'anca, la testa del femore può lussarsi e ridursi spontaneamente. Accanto a questo dato, si realizza tutta una serie di alterazioni, sfuggenza del tetto e ridotta profondità dell'acetabolo, contratture muscolari e restringimento della capsula articolare, responsabili del quadro clinico.

Il rapporto maschi/femmine predilige di gran lunga quest'ultime(9:1). Il 20% dei pazienti ha un'anamnesi familiare positiva. Fattori di maggior rischio sono la presentazione podalica e l'oligoidramnios. Una volta, quando i neonati si avvolgevano in fasce strette, la posizione delle anche addotte ed estese predisponeva a questa patologia. Il torcicollo congenito e il metatarso addotto si associano alla DDH e, se presenti, è richiesto un attento esame clinico dell'anca.

Poiché la DDH non riconosciuta evolve con il passare del tempo, aggravando il quadro clinico, è fondamentale la diagnosi precoce cioè alla prima visita. L'esame clinico si fonda su 2 manovre semeiologiche: la manovra di Barlow e quella di Ortolani.

Nella manovra di Barlow l'anca viene lussata: mentre una mano stabilizza il bacino del neonato, ad anca flessa a 90 gradi, l'altra mano esegue l'adduzione applicando un forza verso il basso alla parte anteriore della coscia, tenuta ferma tra pollice anteriormente e medio posteriormente, fino a percepire lo scatto di uscita. A questo punto il test e' positivo e l'anca può tornare in sede spontaneamente, interrompendo l'applicazione della forza, o mediante la manovra di Ortolani. Questa consiste nell'abduzione della coscia esercitando, al contrario del test di Barlow, una pressione anteriore alla parte posteriore della coscia: la percezione dello scatto di entrata assieme ad un rumore sordo indica la positività del test di Ortolani. Dopo il secondo mese di vita, per l'instaurarsi di contratture muscolari, le due manovre potrebbero risultare negative. In questo caso altri segni obiettivi potranno indirizzarci nella diagnosi, il segno di Galeazzi cioè la dismetria degli arti inferiori, la presenza di asimmetria delle pieghe delle cosce e dei glutei, valutabile meglio a neonato in posizione prona e la limitazione dell'abduzione. L'esperienza è come sempre fondamentale nella riuscita dei test. Non sembra, invece, che l'adozione dello screening neonatale, offra vantaggi in più rispetto ad un esame clinico ben condotto.

Per quanto riguarda la valutazione strumentale il gold standard è rappresentato dall'ecografia in quanto tecnica non invasiva, consente il completo studio dell'articolazione perché visualizza la componente cartilaginea, al contrario della radiologia indicata non prima dei 4-5 mesi, è facilmente ripetibile e di basso costo, ma deve essere affidata a mani esperte.

Se il sospetto di displasia avviene precocemente, richiesta la consulenza ortopedica, si ricorre al divaricatore di Pavlik. Questo presidio mantiene l'anca ridotta stabilmente. Il trattamento viene proseguito per 12 settimane con controlli ogni 3 settimane per 3 volte. Questa metodica ha successo nel 95% dei casi in presenza di anca lussabile e nell'80% se ci troviamo di fronte ad una lussazione vera. Una complicanza severa in corso di trattamento è la necrosi  avascolare della testa del femore legata a manovre esagerate di riduzione. Nei casi di fallimento del trattamento con l'imbracatura di Pavlik o quando la diagnosi viene fatta dopo il sesto mese di vita del bambino, si ricorre alla riduzione in gesso. La riduzione deve essere confermata mediante TC o RM. In caso di insuccesso si deve ricorrere alla riduzione della lussazione a cielo aperto.