Il vaccino anti-HPV è efficace e conviene
Lì, 08-10-2012
Immunizzare le ragazze 12enni contro il Papillomavirus umano (Hpv) previene il doppio delle neoplasie rispetto alla sola vaccinazione nei maschi della stessa età. La vaccinazione anti-Hpv mirata alla prevenzione di questo tumore, dunque, è 'femmina' e vaccinarsi fa bene anche dopo i primi rapporti sessuali.
Lo rivelano due studi italiani basati su modelli matematici, che hanno dimostrato il risparmio economico e la validità del vaccino contro il papillomavirus, principale causa del cancro della cervice uterina. Gli studi sono stati presentati al simposio La prevenzione vaccinale: una scienza in continua evoluzione, organizzato nell'ambito del congresso della Società italiana di igiene (Siti) a Santa Margherita di Pula, Cagliari.
Il primo lavoro, firmato tra gli altri dai professori di Igiene Paolo Bonanni e Giovanni Gabutti, rispettivamente dell'università di Firenze e di Ferrara, si è basato su un modello farmaco-economico e ha valutato i potenziali casi di carcinoma al collo dell'utero evitabili vaccinando solo le ragazze di 12, 15 e 25 anni, oppure anche i ragazzi di 12 anni. Gli autori hanno assunto come dati acquisiti l'efficacia del vaccino bivalente sia verso i tipi oncogeni per cui è mirato (Hpv 16 e 18), sia verso altri oncogeni, gli Hpv 31/33/35/39/45/51/52/56/58/59, grazie alla capacità di protezione crociata dimostrata dal vaccino nello studio Patricia. In ogni coorte sono stati inseriti 280mila soggetti. «Con un budget fisso a disposizione e una copertura vaccinale del 70% - spiegano Bonanni e Gabutti - vaccinare le ragazze di 12, 15, 25 anni o i ragazzi di 12 anni previene rispettivamente 937, 884, 647 e 401 tumori al collo dell'utero. La vaccinazione dei ragazzi darebbe un valore aggiunto solo se la copertura delle ragazze di 12 anni fosse bassa e se i ragazzi vaccinati avessero numerose partner, così da ottenere un effetto indiretto del vaccino».
Il secondo studio, coordinato sempre da Bonanni, ha valutato l'impatto della vaccinazione nelle donne di 25 anni. Prendendo come numero di riferimento una coorte di 330mila donne, la vaccinazione riduce di 696 unità i casi di cancro e di 316 i decessi, rispetto al solo pap test. «Questi risultati - spiega Bonanni - dimostrano l'ottimale rapporto costo-efficacia del vaccino bivalente nelle donne di questa fascia d'età».