Il primo vaccino
Le vaccinazioni rappresentano il mezzo più efficace e vantaggioso per la prevenzione delle malattie infettive. L'introduzione nell'organismo di virus o batteri inattivati o uccisi o parti di essi opportunamente modificate, determina la formazione di anticorpi in grado di proteggerci, anche a distanza di anni, da una determinata malattia.
Le risorse finanziarie che la Società deve impiegare per l’elevata morbilità(cure mediche, ricoveri ospedalieri, handicap secondari) e, a volte, la mortalità che la malattia può comportare, rispetto ai costi complessivi del vaccino cioè il rapporto costi/benefici, dimostra quanto, anche in termini di politica sanitaria, sia efficace questa pratica di prevenzione di massa.
Il calendario vaccinale della Regione Calabria, prevede che siano dispensati gratuitamente tutti i vaccini al momento esistenti nei Piani Nazionali Vaccinali dei Paesi più progrediti.
Nella prima “visita” il medico della Struttura Pubblica somministra due vaccini: un vaccino “combinato”, costituito dall’associazione di sei antigeni(tossina difterica ed antitetanica, antipertosse acellulare, antiepatite B, antiemofilo B ed antipolio Salk) ed il vaccino antipneumococcico a 13 componenti). L’età della prima vaccinazione, come prevista e normata da provvedimento ad hoc pubblicato sulla G.U. nazionale, è il 3° mese di vita. Questa dizione continua, ancora oggi, a comportare una sorta di “confusione interpretativa” tra i medici vaccinatori che ritengono di dover aspettare il compimento del 3° mese, mentre l’arco temporale esatto per praticare il primo vaccino va dal 61° al 90° giorno di vita.
L’appuntamento vaccinale deve comportare la richiesta preliminare di notizie anamnestiche utili a rispettare le norme di sicurezza previste e la presenza dello stato di buona salute. A tale proposito, infatti, le linee guida pediatriche non prevedono la visita prevaccinale.
La sede di somministrazione dei due vaccini è la faccia antero-esterna del quadricipite femorale di ciascuna coscia: il muscolo deve essere “pinzato” con due dita e l’ago deve essere infisso perpendicolarmente al piano cutaneo per avere la certezza di “centrare” il muscolo ed evitare che parte del vaccino sia inoculato nel sottocute con problemi di reazione infiammatoria locale e più rare lesioni di strutture anatomiche vicine.
Oltre alle sempre possibili reazioni locali, altre possibili reazioni sono quelle a carattere generale come la febbre, piuttosto frequente, in genere ad insorgenza dopo qualche ora, non superiore ai 38,5°C e di breve durata, ed uno stato di irrequietezza e pianto più o meno continuo, di durata variabile, che si risolve senza lasciare postumi.
L’importanza delle vaccinazioni nella prevenzione delle malattie, il loro ruolo prioritario nel controllo della salute pubblica, i significativi traguardi raggiunti quali l’eradicazione mondiale del vaiolo ed, in epoca più recente, la scomparsa della poliomielite dai paesi dell’Europa occidentale, non ci devono fare abbassare la guardia. E’ necessario mantenere elevata la copertura vaccinale nei confronti delle vecchie vaccinazioni, le cosiddette obbligatorie, ed aumentare quella verso i nuovi vaccini perché quanto più si vaccina tanto più si riduce la circolazione dell’agente infettante e la possibilità che si ammalino i soggetti non vaccinati.
La scuola pediatrica ha da sempre speso grandi risorse di studio e ricerca nell’affermare la piena validità e sicurezza raggiunta dalle vaccinazioni e si oppone e si opporrà sempre a smentire quanti, piccoli gruppi di opinione o “sapienti” singoli medici, impiegano il loro tempo a scoraggiane l'adozione sulla base di notizie senza basi scientifiche che gli "opinion leaders" puntualmente smentiscono.