Il piede torto congenito
Si tratta di una malformazione complessa del piede, presente alla nascita, quindi congenita ed idiopatica nella maggior parte dei casi. In un terzo dei casi è secondario ad altre patologie neuromuscolari di cui fa parte del quadro clinico. Il piede torto secondario a malposizione in utero è un piede normale tenuto in posizione anomala e deformato in utero. La varietà più frequente e complessa di piede torto è rappresentata dal piede equino-varo-cavo-addotto-supinato che colpisce un neonato su 1000 ed è bilaterale nella metà dei casi. La malformazione coinvolge tutta la gamba, le strutture ossee del tarso, specie l'astragalo e lo scafoide, che risultano ipoplasiche, i muscoli e le inserzioni tendinee. Nel bambino più grande il piede risulta più corto con atrofia del polpaccio. Poiché con il passare del tempo si verifica una progressiva regressione delle strutture anatomiche del piede e della gamba, è di fondamentale importanza intervenire subito per scongiurare degenerazioni funzionali sempre più difficili da recuperare. In base alla gravità del quadro clinico esistono diverse classificazioni. Una di queste distingue un piede torto di I, II e III grado, un'altra lo divide in quattro tipologie(di I, II, III e IV tipo) e una terza distingue varietà diverse in base ad un punteggio da 0 a 6 assegnato a ciascuna di esse. La diagnosi, semplice alla sola ispezione, andrebbe fatta in epoca prenatale in modo da affidare il neonato, subito dopo la nascita, al follow-up ortopedico. Il trattamento consiste nell'attuare il metodo Ponseti che consiste nell'eseguire 4 gessi a distanza di una settimana l'uno dall'altro. In ciascun gesso il piede viene fissato con una manovra specifica comprimendo con il pollice la testa dell'astragalo e spingendo con l'indice ed il pollice dell'altra mano il I metatarso in direzione laterale. Si corregge così il varismo del retropiede, cavismo e supinazione del piede e l'adduzione dell'avampiede. Successivamente si procede alla tenotomia percutanea del tendine d'Achille mirata a correggere l'equinismo. Venti giorni dopo l'intervento, si procede alla rimozione del gesso postoperatorio e dei punti di sutura. All'età di 8 mesi si utilizzano le calzature ortopediche dette a biscotto, cioè con inversione piede destro-sinistro, che si mantengono fino all'anno.
Una rara malformazione molto grave è il piede reflesso-valgo(piede a dondolo).
Un vizio di posizione intrauterina del piede è il piede talo-valgo o calcaneo-valgo in cui accanto ad una dorsiflessione accentuata del piede c'è l'abduzione dell'avampiede ed il tallone valgo. Non si tratta, però, di una malformazione rigida e non richiede alcun trattamento. Utili possono essere alcuni esercizi di stretching insegnati ai genitori. Il piede si normalizza entro il secondo anno di vita.
Il metatarso addotto è la più frequente anomalia del piede del neonato, causata da malposizione in utero. Nella metà dei casi è bilaterale ed è più frequente nei primogeniti per le minori dimensioni dell'utero delle primipare. Nel 2% dei casi si associa alla DDH. L'avampiede risulta addotto e a volte anche supinato. Il bordo laterale del piede è convesso e quello mediale è concavo. Il mesopiede ed il retropiede sono normali come pure la dorsoflessione della caviglia e la flessione plantare. La mobilità del piede è tale che, a retropiede stabilizzato, la deformità dell'avampiede si corregge completamente.
Il metatarso addotto si risolve spontaneamente nel 90% dei casi. I casi che non migliorano entro il secondo anno di vita, richiedono la valutazione ortopedica. L’eventuale ricorso ad un trattamento incruento con gessi seriati o all’intervento chirurgico in caso di persistenza dell’anomalia, è ritenuto da molti come eccessivo perché il metatarso addotto non comporta una condizione di disabilità nel tempo ma è solo un fatto estetico. Tuttavia bisogna distinguere altre due condizioni che possono essere confuse con il metatarso addotto e che richiedono, al contrario, un diverso approccio terapeutico: il metatarso varo ed il piede obliquo. Il metatarso varo è una malformazione rigida che necessita di gessi seriati. Il piede obliquo è una rara malformazione che consiste nella flessione plantare del retropiede, abduzione del mesopiede ed adduzione dell’avampiede che conferisce al piede un aspetto a Z o a serpentina e che richiede un’attenta gestione con l’impiego di gessi seriati ed eventuale chirurgia per evitare il rischio di disabilità in età adulta.