I paramorfismi degli arti inferiori

22.06.2014 12:31


Il bambino è un organismo in crescita per cui alcune condizioni anatomo-fisiologiche che lo discostano dall'adulto sono destinate a modificarsi nel tempo fino a raggiungere, a sviluppo ultimato, la costituzione anatomica e la funzionalità dell'età adulta. Questo vale anche per gli arti inferiori tanto che alcune caratteristiche che spesso destano preoccupazione nei genitori, rientrano nella normalità evolutiva del bambino.

Il piede del bambino, ad esempio, è fisiologicamente piatto alla nascita e questa condizione persiste per tutta l'età prescolare, tanto che dovrebbe essere esente da qualsiasi intervento. L'arcata plantare è, infatti, ricoperta da tessuto adiposo che riempie la pianta del piede fino all'inizio della deambulazione quando incomincia a ridursi progressivamente. Il piedino del bambino è anche molto flessibile e malleabile, in termini medici si definisce lasso, per i rapporti molto meno rigidi rispetto all'adulto tra le ossa del tarso in via di consolidamento e, nella stazione eretta, cede sotto il peso del corpo e la sua parte posteriore si atteggia in valgismo cioè si piega lateralmente. Il piede lasso fisiologico del piccolo bambino è quindi piatto-valgo. Tale condizione è destinata a
correggersi spontaneamente durante la crescita del bambino. Solo nel 15% dei casi persiste in età adulta, peraltro senza provocare disturbi, quando è legata a predisposizione familiare. L'abitudine a ricorrere a calzature rigide quasi per sostenere il piede fin dalla più tenera età è quindi da proscrivere, come pure il ricorso a "scarpette correttive", perché la scarpa più idonea per un bambino è il proprio piede ed il piccolo all'inizio della deambulazione andrebbe invitato a camminare scalzo e, quando necessario, ad indossare una scarpetta con suola morbida e con tomaia bassa da non coprire la caviglia. Se possibile, inoltre, il bambino dovrebbe camminare scalzo su terreni morbidi, come la sabbia, per sollecitare quanto più possibile l'appoggio plantare. Il vero piede piatto nel bambino è un piede rigido per una connessione non fisiologica tra le ossa del tarso e la cui volta plantare rimane piatta, quando si invita il piccolo a sollevarsi sulle punte o quando si flette dorsalmente l'alluce a bambino sdraiato. In questi casi, nel piede piatto-valgo di I grado, possono essere d'ausilio scarpette basse, rinforzate nella loro parte posteriore-laterale, con plantari morbidi elicoidali,  mentre è preferibile ricorrere alla correzione chirurgica nei casi più severi.

Spesso i genitori ricorrono alla consulenza pediatrica perché il loro bambino cammina con le punte in dentro. La causa più frequente di deambulazione con le punte dei piedi in dentro, peraltro fisiologica, è l'antiversione femorale. L'asse del femore cioè risulta ruotato verso l'interno di circa 30 gradi e questa condizione persiste fino ai 5-6 anni quando l'osso comincia a ridurre la sua rotazione interna recuperando la posizione propria dell'età adulta. Questa condizione, che è comune dai 2 ai 7-8 anni, può essere facilitata dall'abitudine dei bambini di sedersi con le gambe flesse  all'indietro appoggiando il bacino tra le gambe, assumendo cioè una posizione a rana. Per la rotazione femorale, ruotano anche le rotule ma quando a paziente supino si ruotano gli arti inferiori verso l'esterno, le rotule si allineano e i piedi divergono ma in misura inferiore che nel soggetto normale. Sotto i 2 anni è invece fisiologica la rotazione interna della tibia che si riduce anch'essa con la maturazione ossea. Per la torsione delle ossa lunghe degli arti inferiori, i bambini hanno difficoltà ad assumere la posizione seduta ad indiano. E' importante valutare nel tempo il grado di torsione per documentarne il miglioramento e rassicurare così la famiglia. Nei casi in cui non si verifica la riduzione del grado di torsione con la crescita del bambino, si può ricorrere alla correzione chirurgica se la torsione comporta una disabilità funzionale o per motivi estetici.

Un'altra conformazione degli arti inferiori che può destare preoccupazione nei genitori è il ginocchio valgo. Gli arti inferiori hanno cioè la classica conformazione a X. Tale condizione è molto frequente, si comincia a rilevare verso i 3-4 anni e si valuta misurando la distanza intermalleolare(tra la parte interna delle caviglie) a paziente supino con gambe estese e ginocchia unite. Tale distanza è destinata nel tempo a ridursi progressivamente nella maggior parte dei casi tanto che verso i 6 anni, sia pure con un'ampia variabilità individuale, le gambe tendono a raddrizzarsi. Il sovrappeso ostacola il rientro verso la normalità tanto che nei soggetti obesi il valgismo delle ginocchia rappresenta uno dei segni clinici sempre presenti. Sono rari i casi in cui il valgismo deve comportare una più attenta valutazione da parte del Pediatra: nei rachitismi sono sempre presenti alterazioni che interessano altre parti del corpo del bambino, nelle displasie ossee l'aggravamento dei sintomi e la bassa statura devono far scattare il sospetto diagnostico.

Una condizione opposta al valgismo e che fisiologicamente lo precede nel tempo è il varismo che consiste nelle gambe ad arco(da fantino) e che si mette in rilievo misurando la distanza tra la parte interna delle ginocchia a gambe estese con le caviglie che si toccano. Rappresenta una caratteristica naturale di molti lattanti che può evidenziarsi tra il 6° ed il 18° mese quando la deambulazione del bambino ormai consolidata comporta una sua spontanea regressione che si realizza entro il 2°-3° anno di vita. I genitori devono essere rassicurati sulla benignità della condizione che non necessita di alcun intervento anche quando si tratta di forme particolarmente pronunciate. Può essere utile avvertire i genitori che lo stesso bambino presenterà un ginocchio valgo verso i 3 anni e che anche questo si risolverà spontaneamente, al più tardi, a sviluppo ultimato del bambino.


Pubblicato sul n. 3/2014 del bimestrale di informazione locale del Comprensorio di Capo Vaticano "Ricadinforma"(www.ricadinforma.it).